- E’ stato consegnato al Direttore Regionale Musei del Veneto, Daniele Ferrara, dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, Magg. Emanuele Meleleo, il dipinto di Geerards Jasper “Natura morta con nautilus, limoni, prosciutto e calice”. La consegna è avvenuta alla presenza del Prefetto Michele Di Bari, dell’Assessore della Città Metropolitana Elisabetta Pesce, del Soprintendente A.B.A.P. Fabrizio Magani, del Comandante Provinciale dei CC Gen. B. Nicola Conforti, del Comandante del Gruppo CC Tpc di Monza Ten. Col. Giuseppe Marseglia, di funzionari del MiC e rappresentanti di istituti universitari e di ricerca.
Il dipinto, olio su tavola, cm 59×74, rappresenta su un piano di appoggio un florilegio di prodotti della terra e dell’uomo, tra i quali spicca una grande conchiglia nautilus, che si riflette su una guantiera. L’opera è firmata sul bordo del tavolo ‘JG fecit’. Il pittore (1620 forse Anversa – 1654 Amsterdam) è uno degli artisti più rappresentativi nel campo della natura morta durante il periodo della c.d. età dell’oro della pittura olandese, specializzato sugli ornamenti, composizioni su tavolo, drappi.
La storia giudiziaria del dipinto, e con essa le indagini del Nucleo TPC di Venezia, iniziano nel giugno del 1999 presso un palazzo nobiliare veneziano. Un antiquario olandese, proprietario del bene, è vittima di una truffa nella quale gli viene sottratto il dipinto: egli, come altri antiquari italiani e stranieri, aveva consegnato nelle mani di alcuni soggetti importanti opere d’arte affinché fossero vendute. Presto, tuttavia, si accorse di essere stato privato dell’opera e che i titoli di pagamento ricevuti erano scoperti.
Le prime indagini individuarono i responsabili della truffa e le loro responsabilità penali. Furono recuperate diverse opere, ma non il prezioso dipinto di Geerards Jasper. L’antiquario, tuttavia, ottenne un indennizzo dalla polizza assicurativa dallo stesso stipulata.
Il Comando CC TPC vanta la gestione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, presso cui la truffa in questione era stata censita. La Banca Dati, prevista dal ‘Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio’ e istituita nel 1980, è oggi il database di settore più grande del mondo, vantando il censimento di oltre 8.000.000 di beni, tra cui circa 1.300.000 opere da ricercare. Grazie a tale strumento, nel giugno del 2018 i Carabinieri dell’Arte individuavano il dipinto in vendita presso una casa d’aste in Germania.
Per i beni d’interesse artistico, opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre 70 anni, il cui valore sia superiore a euro 13.500, come nel caso del dipinto in questione, il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” prevede che gli stessi possano lasciare il territorio nazionale solo con apposita autorizzazione, rilasciata dagli Uffici Esportazione del Ministero della Cultura. I responsabili dell’esportazione di tali beni, avvenuta senza autorizzazione, commettono il reato di “Uscita o esportazione illecite di beni culturali”, dal marzo dell’anno scorso compreso nel novello Titolo VIII bis del Codice Penale “Dei Delitti contro il patrimonio culturale”.
Individuato il bene in asta in Germania, il Nucleo CC TPC di Venezia ha avviato così nuove indagini, che hanno accertato che il dipinto di Geraard Jasper aveva lasciato il territorio italiano senza la prevista autorizzazione. Inoltre, la Rogatoria Internazionale, disposta dalla Procura della Repubblica di Venezia su richiesta del Nucleo TPC, permetteva di individuare il soggetto responsabile dell’illecita esportazione del dipinto in Germania, il quale aveva dato il mandato a vendere alla casa d’aste tedesca.
Presso quest’ultima il dipinto rimase invenduto, e mentre erano ancora in corso le indagini, l’opera rientrava in Italia e veniva posta in vendita da una casa d’aste lombarda. Così nel dicembre del 2021 i Carabinieri TPC di Venezia recuperarono finalmente il dipinto, sequestrandolo e avviando un’ulteriore fase delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia.
L’azione investigativa è proseguita nella ricostruzione a ritroso dei passaggi di mano dell’opera: dopo la truffa a Venezia, il dipinto fu oggetto di ricettazione e di una notevole ‘peregrinazione’ in varie regioni italiane e poi all’estero. Ulteriore e qualificata identificazione del bene, mediante analisi storico-artistiche e strumenti scientifici di settore, è stata effettuata dai funzionari storici dell’arte della Soprintendenza A.B.A.P. per il Comune di Venezia e Laguna, che collabora strutturalmente con il Nucleo TPC di Venezia. In particolare, i funzionari della Soprintendenza hanno, tra l’altro, collaborato con il Militari del Nucleo TPC nella comparazione del dipinto sequestrato con il medesimo oggetto della truffa iniziale.
A conclusione indagini, lo scorso febbraio il Tribunale di Brescia disponeva così la confisca del dipinto e la sua destinazione al Ministero della Cultura.