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di Patrizia Vallone

Ci allontaniamo malvolentieri dalla mostra con la meraviglia negli occhi, rammaricandoci di lasciare quelle immagini sole sui muri, quasi abbandonate al loro destino; dopo che abbiamo trascorso insieme momenti di sogno incantati, bisogna salutarle. Anche dai sogni più belli bisogna svegliarsi e tornare alla realtà.

È arrivato il momento dell’intervista, ma la prima domanda me la fa Vincent Peters mentre ci allontaniamo dalla sala:

Sei italiana?

   Sì, perché?

Veniamo interrotti dai visitatori della mostra, a cui Vincent si dedica con autografi, saluti e strette di mano. Alla fine dei convenevoli, ci possiamo sedere a parlare tranquillamente senza interruzioni.

@vincentpeters1

Cominciamo dal tuo nome, Vincent, ha niente a che vedere con Van Gogh?

   I miei genitori si sono conosciuti ad una scuola d’arte, vengo da una famiglia di artisti (sua madre, un’artista, lo segue sempre alle inaugurazioni delle mostre, n.d.r.). Ripensandoci, la mia vita somiglia un po’ a quella di Van Gogh, le orecchie sono ancora al loro posto, ma la follia c’è proprio tutta!

Vincent Peters con sua madre all'inaugurazione della mostra TIMELESS TIME lo scorso maggio

Clarence Sinclair Bull (1896 – 1979), fotografo ritrattista della prima era hollywoodiana, che ha scattato oltre 4000 immagini di Greta Garbo, sosteneva che le proporzioni del viso della diva svedese erano assolutamente perfette, per cui veniva bene in fotografia con qualsiasi posa e con qualsiasi luce. Anche tu pensi che ci siano dei volti più “facili” da fotografare?

   Qualche giorno fa ero all’aeroporto e ho visto una ragazza bellissima, in lei tutto era perfetto, il viso, il trucco, la pettinatura, l’abbigliamento, le proporzioni del corpo; poi mi hanno detto che è la fidanzata di un famoso calciatore. Ebbene, non la fotograferei mai, non mi comunicava niente, la bellezza fine a se stessa non mi interessa, io cerco ben altro da un soggetto, voglio che i miei personaggi abbiano uno spessore, che non siano solo belli. Infatti, voglio che le mie modelle siano truccate solo il necessario e che siano più naturali possibili.

Bethany Robbins

È vero che hai detto di no a Madonna?

   Ti racconto come è andata. Mi chiamano dall’entourage di Madonna per un servizio, però avrei dovuto sottostare alle loro condizioni e cioè cedere completamente le immagini, perdendone ogni diritto. Avrebbero potuto modificarle a piacimento e farne l’uso che volevano ed io non avrei mai potuto usarle nelle mie mostre, come questa, ad esempio. Ovviamente ho rifiutato.

Amanda Seyfried

Spesso tu parli di “ritmo” per ottenere una foto perfetta, puoi spiegare che cosa intendi?

   Tutti noi abbiamo un ritmo. Tu hai un ritmo, io ho un ritmo, la luce ha un ritmo. Quando il ritmo del soggetto, il mio e quello della luce si incontrano, ecco l’immagine perfetta. Tutto avviene nel tempo di uno scatto, 1/125 di secondo. Un istante dopo la foto non sarebbe più la stessa. Come la nostra conversazione, fra cinque ore sarebbe completamente diversa.

Dalla fisica noi sappiamo che il bianco è la somma di tutti i colori e il nero è la loro assenza; se tu fotografi un oggetto giallo e uno azzurro in bianco e nero, otterrai due toni di grigio diversi. Come ti regoli con la scelta dei colori?

   Una foto in bianco e nero è come un brano musicale, i grigi sono la melodia di base, il bianco e il nero gli acuti e i toni bassi. Quando preparo un progetto so esattamente quello che voglio, dalla scenografia, alle luci, ai grigi e mi regolo di conseguenza.

@vincentpeters1
@vincentpeters1
@vincentpeters1

A proposito di musica, qualche anno fa hai girato uno spot con Andrea Bocelli.

   Non è facile oggigiorno trovare un operatore che filmi in analogico, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Andrea Bocelli è una persona eccezionale, è completamente cieco e canta tutto il giorno. Per me la cecità è una cosa terribile, non poter vedere la bellezza dell’arte e non vedere più le mie fotografie! Spaventoso!

Che cosa ti fa pensare la parola Italia?

   Sicuramente al cinema neorealista. Quando ero piccolo i miei genitori me ne parlavano sempre, allora non ne capivo molto, ma intuivo che, da quello che dicevano, doveva essere qualcosa di molto importante. Nel dopoguerra in Italia il cinema ha voluto raccontare come viveva la gente vera, alle prese con i problemi di sopravvivenza di tutti i giorni, mentre negli Stati Uniti nello stesso periodo imperversava il cinema d’evasione. Per me film come Ladri di Biciclette, Riso amaro, Rocco e i suoi fratelli, sono stati fondamentali nel mio percorso di crescita personale. Non posso certo dimenticare l’arte italiana, l’architettura, le vostre bellissime città. E la musica, bellissima, amo Puccini e Ornella Vanoni, due generi completamente diversi!

Musei Capitolini

Stai lavorando a qualche nuovo progetto?

   Sì, spero di riuscirci, è molto complicato. Mi interessa l’idea di maternità e voglio ritrarre una modella con un cerbiatto. Non è facile, i cerbiatti sono molto timidi e crescono in fretta, dopo tre settimane di vita sono già troppo grandi per quello che ho in mente. Poi bisogna stare molto attenti, altrimenti la madre dopo potrebbe non riconoscerlo e rifiutarlo e noi non vogliamo fargli del male; mi piacerebbe anche fotografare il padre, con le sue grandi corna. Siamo in contatto con alcune riserve, speriamo di farcela.

@vincentpeters1

Prima di salutarci, mi spieghi perché mi hai chiesto se fossi italiana?

   Io sono un artista, gli artisti vogliono essere capiti. In Germania, il mio Paese, non mi capiscono, nemmeno a Berlino, città che sembra all’avanguardia, ma anche lì è tutto molto superficiale. In Italia mi trovo bene, mi sento compreso. Roma è una città straordinaria, la mia preferita, in ogni angolo c’è una chiesa ricca di arte, di quadri, di statue, di bellezza, per me fonte di ispirazione. Da una modella ho chiesto la stessa posa delle mani di una statua della Madonna che ho visto in una chiesa qui a Roma. E poi i palazzi, l’architettura: se potessi, vivrei a Roma, purtroppo avrei poco da lavorare.

  Tu, da buona italiana, hai capito il mio messaggio, hai capito in pieno quello che voglio dire con le mie immagini e te ne sono grato.

ph Knut Koivisto

Grazie, a te Vincent, sono certa che ti sentirai capito anche dopo questi articoli, non soltanto da me, ma anche dai nostri Lettori, che verranno a visitare la tua bellissima mostra e sogneranno se stessi nelle tue immagini.

www.mostrepalazzobonaparte.it

www.arthemisia.it

i nostri link

VINCENT PETERS SI RACCONTA – prima parte

TIMELESS TIME di VINCENT PETERS, Palazzo Bonaparte 16 maggio – 25 agosto

Vincent Peters visto da noi

Alcune immagini sono state cortesemente fornite da ARTHEMISIA (www.arthemisia.it ), altre sono tratte dal profilo instagram di Vincent Peters @vincentpeters1.

Ringrazio Priscilla M. per i suoi preziosi consigli e suggerimenti.

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