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Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) ha partecipato in rappresentanza dell’Italia, in virtù della sua peculiare specialità, alla ottava edizione dell’operazione internazionale Pandora.

L’operazione rientra nella priorità Organised Property Crime di EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats), la piattaforma multidisciplinare europea istituita dal Consiglio dell’Unione europea a contrasto delle principali forme di criminalità internazionale che colpiscono l’Unione, ed è finalizzata a impedire il commercio dei beni culturali di provenienza illecita.

La prima fase operativa si è focalizzata sul pattugliamento digitale delle piattaforme di e – commerce, il corpo di polizia dei Paesi Bassi (Politie) ha organizzato nella capitale nederlandese, con il supporto di Interpol ed Europol, un cyberpatrol al quale hanno partecipato i rappresentanti di 16 Paesi europei e numerosi esperti del settore. Nel corso dell’attività di monitoraggio è stato fondamentale il sostegno offerto dalla “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dai Carabinieri TPC. Le attività hanno permesso di effettuare un esteso controllo del web (siti di esercizi commerciali antiquariali e di case d’asta, pagine web di commercio elettronico specialistico e generico, piattaforme socia media) finalizzato all’individuazione di beni culturali di sospetta provenienza, da rendere materia di approfondimento durante la fase operativa dell’operazione.

Nel corso della successiva fase operativa, svolta simultaneamente in 25 Paesi europei, con il supporto di Interpol[1] ed Europol[2] è stato dato il massimo impulso alla tutela del patrimonio culturale effettuando mirate attività di controllo e prevenzione. Il Comando Carabinieri TPC, con il supporto dei Comandi territoriali dell’Arma dei Carabinieri, ha:

  • effettuato 269 controlli ad aree d ‘interesse archeologico, monumentale e sottomarine;
  • verificato 91 esercizi antiquariali, case d’asta, gallerie d ‘arte, restauratori e trasportatori;
  • denunciato 16 persone in stato di libertà;
  • sequestrato 2536 beni culturali per un valore complessivo di € 308.700,00, tra cui:

 Carbonia (SU):

  • 5 monete in argento di epoca romana repubblicana, risalenti al I sec. a.C, n. 87 frammenti ceramici costituenti anfore, antefisse e coppe di epoche varie e n. 2111 manufatti litici costituenti teste di mazza, punte di frecce e lance, di epoca neolitica e nuragica posti in vendita su siti di e – commerce;
  • Mugnano di Napoli (NA) e Marina di Pietrasanta (LU):                                      Un’opera polimaterica falsamente attribuita all’artista Alberto Burri, attestati certificativi contraffatti e materiale idoneo alla contraffazione;

  • Perugia:

        20 manufatti in terracotta attinenti a contesti italici;

  • Udine:

         Urna cineraria biconica con coperchio e decorazioni geometriche del periodo villanoviano (IX – VIII sec. a. C.

  • Parma:

      15 tra beni archeologici elibrari, tra cui una statuetta in terracotta policroma (X – VIII sec. a.C.), una coppa biansata in terracotta di epoca ellenistica, proveniente dall’Italia meridionale, pesi e frammenti di terracotta di epoca romana e un volume a stampa del 1826, tutti rinvenuti durante un mercato di antiquariato e beni antichi usati;

  • Aci Castello (CT):

     2 anfore da trasporto biansate acrome rinvenute in abitazione privata;

 

  • Pollutri (CH):

      29 beni archeologici di varia natura, tra cui rocchi di colonne scanalate, verosimilmente riconducibili ad una struttura templare costituenti parte integrante di immobile adibito a civile abitazione;

  • Avella (AV):

      9 reperti archeologici di varia natura ed epoca;

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